Organizzato dalla Biblioteca civica «Bruno Emmert» con la collaborazione di KOS Group-Ospedale San Pancrazio, il concorso è dedicato a storie di donne in forma di racconto breve, per riflettere e raccontare della vita, delle esperienze, dei sogni del mondo femminile (ma possono partecipare tutti, non solo le donne). Tra i ben 399 racconti pervenuti (253 per la sezione generale, 133 per la sezione speciale San Pancrazio e 13 senza indicazione di sezione) la commissione giudicatrice -composta da Martina Avancini, Veronica Pacini, Teresa Adelaide Vergani, Antonia Dalpiaz e per l’ospedale San Pancrazio da Stefano Parisi- ha selezionato per la sezione generale «La regina di Corea» di Sara Bicchierini, che si è aggiudicata il primo premio. Per la sezione speciale «Donne e comportamenti da dipendenza» il primo premio è andato a Fabio Losacco con «Sarai più fortunata»; per la sezione speciale «Donne come vittime di genere» a Ubaldo Busolin con «Il muro delle bambole».
Gli altri premiati: per la sezione generale, 2° premio a «Trenta» di Caterina Pelusio e 3° a «Hana» di Matteo Omacini; per la sezione speciale «Donne e comportamenti da dipendenza» 2° premio a «Un bene fragile (storia di una madre)» di Marzia Schenetti e segnalazione per «Il labirinto degli specchi» di Cristina Cristofoli; per la sezione speciale «Donne come vittime di genere», 2° premio a «Click» di Allegra Zanni.
Alla premiazione hanno preso parte Matteo Omacini e Sara Bicchierini per la sezione generale; Caterina Pelusio ha inviato un messaggio perché impossibilitata a partecipare per motivi di lavoro. Per la sezione speciale San Pancrazio era presente il vincitore del primo premio Ubaldo Busolin, mentre gli altri premiati hanno seguito in videoconferenza. Alla premiazione hanno partecipato anche la sindaca Arianna Fiorio, il direttore dell'ospedale San Pancrazio Stefano Dallapè ed il direttore della biblioteca civica «Bruno Emmert» Alessandro Demartin.

LE MOTIVAZIONI
SEZIONE GENERALE
Primo premio: «La regina di Corea» di Sara Bicchierini
“Con una mano fermava le mareggiate, con l’altra faceva crescere i gerani.” Questa è Peppa, la regina di Corea, un quartiere di case popolari dove la vita pulsa tra realtà e fantasia. Una frase iniziale esaustiva per descriverla, un racconto per amarla in tutta la sua dimensione di donna dalle mille sfaccettature, “che parla la lingua dei gatti e quella dei morti.” Impossibile non restarne affascinati, grazie ad un’ intuizione vincente e ad uno stile narrativo fresco, fluido, capace di creare immagini e trasmettere le piccole grandi emozioni di un'umanità dai tanti volti. È lei la regina indiscussa, sua la magia del cuore. È lei che nel finale si merita davvero un giro di mazurka.”
Secondo premio: «Trenta» di Caterina Pelusio
Un racconto che e la storia di una donna ma, allo stesso tempo, e la storia di tutte le donne: lo scorrere del tempo, le scelte compiute o subite, i dubbi e le incertezze rispetto ad un passato che non puo piu cambiare ed un futuro tutto da scrivere. L’espediente narrativo e efficace e cattura il lettore, trasportandolo in continuazione da una dimensione ad un’altra, tra la realta vissuta tra gli scaffali di un supermercato e i pensieri della protagonista che vagano tra ricordi e considerazioni su cosa sia, in fondo, cio che conta davvero nella vita. Ne abbiamo apprezzato il tono schietto e diretto, che facilita l’immedesimazione, la qualita della prosa e il contenuto, come detto sopra, particolare e universale allo stesso tempo.
Terzo premio: «Hana» di Matteo Omacini
Le stelle di Kabul sono le testimoni silenziose della ribellione di Hana, giovane afghana, innamorata della poesia e della liberta. Con una lingua poetica, uno sguardo dolorosamente vivido e limpido, una costruzione narrativa compatta ed efficace, il racconto ci trasporta tra le strade di Kabul in un’estate di polvere e afa, in un mondo che si rimpicciolisce a ogni passo ma che non puo piegare completamente le anime che hanno scelto di restare libere.
SEZIONE SPECIALE
Donne e comportamenti da dipendenza
Primo premio: «Sarai più fortunata» di Fabio Losacco
Il suo datore di lavoro la invita ad un innocuo, quanto sano, esercizio psicologico; lei, la sua badante, ci si applica. L’esercizio e quello di mettere a fuoco i sui sogni e di sintonizzarsi sui suoi desideri. La storia racconta con efficacia come, chi da sempre e costretto alla sottomissione, e in questo caso e una donna dell’est, possa arrivare allo scompenso psicologico, a perdere l’equilibrio, nel ritrovarsi a rivolgere lo sguardo a se e a tentare di dare ascolto ai propri bisogni anziché ai bisogni degli altri. Come si può intuire da queste premesse, il genere e drammatico. L’autore sviluppa adeguatamente il tema dell’affermarsi della dipendenza da gratta e vinci. Subdola forma di gioco d’azzardo. Oltre a ciò, sono presenti molteplici tematiche che risultano essere realistiche quanto particolarmente attuali. Non manca la violenza di genere che interviene a mettere fine a tutto: speranze, sogni nonche la stessa esistenza della protagonista.
Secondo premio: «Un bene fragile (storia di una madre)» di Marzia Schenetti
Questa storia va a porre lo sguardo su uno dei legami affettivi più potenti, il legame genitore-figli, e in questo caso madre-figlio. È lei, dunque, la donna protagonista di questa drammatica storia che tratta il tema della dipendenza da sostanze dal punto di vista del genitore. L’autrice descrive adeguatamente un tipico processo di maturazione della necessita di richiesta di aiuto che passa anche dalla negazione, dal dolore nascosto, dalla solitudine estrema e dall’impotenza più assoluta. Ancora una volta la violenza su una donna non manca purtroppo; messa in opera da un figlio, deviato dall’uso di sostanze stupefacenti, nei confronti di sua madre, accusata di ogni male. La storia termina con una condizione di cauta pacificazione. La scrittura e lineare e semplice, nel senso positivo del termine. Il punto di vista narrato, dovrebbe essere elemento di grande considerazione per l’intera societa poiche, ad ogni individuo che vive in una condizione di disagio, vi sono collegate molte persone altrettanto meritevoli di sostegno, aiuto e solidarieta.
Segnalazione: «Il labirinto degli specchi» di Cristina Cristofoli
Esordisce l’autrice: “...dipendevo da una assenza…”, o da una deprivazione, aggiungo io. Questo racconto, impostato come autobiografico, costruisce un valido parallelismo fra un disturbo della condotta alimentare ed un vero e proprio disturbo di dipendenza. “...ossessione per l’idea di perfezione…”, “...il pensiero del cibo era diventato ossessivo e pervasivo, il perno attorno al quale far ruotare le mie giornate…”, con espressioni come queste, questa storia potrebbe essere inserita in un manuale psicodiagnostico come descrizione di un caso emblematico di disturbo alimentare psicogeno ma, senza crossi adattamenti, per un caso di disturbo da dipendenza. Questa storia risulta particolarmente valida e coinvolgente dando indicazione di come ci sia la possibilità di risoluzione nel momento in cui si entra in contatto con modalità di accudimento e di cura adeguate.
SEZIONE SPECIALE
Donne come vittime di genere
Primo premio: «Il muro delle bambole» di Ubaldo Busolin
Descrizione puntuale di una violenza sessuale, uno stupro vero e proprio raccontato in modo da comprendere anche il tessuto emotivo che ha accompagnato tale delitto. La protagonista della storia e, cosi, costretta a diventare donna “con il sangue della violenza”. E da li si narrano i passaggi che possono condurre ad una cura, che non significa quasi mai completa guarigione. Una suggestionante opera d’arte innesca, nella protagonista, l’esigenza di analizzare quei fatti con la sua psicoterapeuta e cosi:”...e venuto fuori tutto...quasi tutto, o parte del tutto, o il verosimile”. E con passaggi come questi che si evince la profondità della conoscenza di questi fenomeni da parte dell’autore-autrice. E, infine, il rendersi disponibile per offrire aiuto ad altre, tramite la collaborazione con una associazione a titolo di volontaria. Questa storia risulta essere quindi: completa, ben scritta, coinvolgente, stimolante e persino pedagogica.
Secondo premio: «Click» di Allegra Zanni
La storia si apre presentando una situazione misteriosa, la protagonista sembra esser stata ritratta in una foto pornografica a sua insaputa. Ben presto si scopre che l’autore dell’immagine e l’ex fidanzato aiutato dall’intelligenza artificiale. L’autrice-autore sceglie di condire il racconto di un’azione di violenza di genere con l’introduzione dell’attualissimo tema dell’ausilio della, sempre più potente, intelligenza artificiale. La storia risulta essere ben bilanciata fra narrazione e patos, addentrandosi nelle possibili dinamiche di una modalità di esercizio della violenza inedito che ci coglie tutti piuttosto impreparati. Ancora una volta la salvezza viene posta, giustamente, nel rivolgersi a chi e competente e nel portare alla luce la violenza subita il più velocemente possibile.
Durante la cerimonia, Antonia Dalpiaz ha dato lettura dei racconti premiati, con intermezzi musicali del duo jazz composto da Sabrina Gagliano e PierPaolo Manca.
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