LE VINCITRICI DEL CONCORSO LETTERARIO 2021

 

       

IL CATALOGO DEL SISTEMA BIBLIOTECARIO TRENTINO

clicca il pulsante sotto per accedere powered by Alma/Primo Media Library Online Museo Alto Garda Sceglilibro Family in Trentino Emas  

 

«Storie di donne»: ha vinto Claudia De Bellis

 
 
Claudia De Bellis è la vincitrice della sedicesima edizione del concorso letterario «Storie di donne», organizzato dalla biblioteca civica «Bruno Emmert» di Arco in collaborazione con l'ospedale San Pancrazio. La cerimonia di premiazione si è svolta nel pomeriggio di sabato 5 giugno all’auditorium di Palazzo dei Panni.
 

«”La casa” -scrive nelle sue motivazioni la giuria, presieduta da Arianna Miorelli e Stefano Parisi e composta da Arianna Lattisi, Antonia Dalpiaz e Roberto Vivaldelli- svetta fra i racconti per una qualità di scrittura fuori dal comune e per la sua delicata dimensione poetica. Leggiadria stilistica non fine a se stessa, poiché “La casa” presenta una narrazione intrigante, in grado di coinvolgere il lettore dalla prima all’ultima frase, senza mai strafare o annoiare».

 
Secondo premio al racconto «Street Bob Striptease» di Silvia Alonso, «… più che un racconto -scrive la giuria- un vero e proprio inno alla libertà, quella vera e autentica, quella che si prova on the road in sella all’iconica Harley Davidson, simbolo degli anni Sessanta e di Easy Rider. Lo stile è quello diretto e senza fronzoli, che arriva direttamente al cuore del lettore, fra Beat Generation e Irvine Welsh. Un viaggio fatto di emozioni che non si dimenticano».
 
Terzo classificato, «Il manuale della disoccupata» di Eva Serena Pavan, di cui la giuria ha apprezzato in particolare «l’ironia con la quale un problema così serio viene trattato, la capacità di sorprendere il lettore, di rovesciare il punto di vista, per arrivare a una conclusione che invita alla consapevolezza di sé ed alla libertà di scelta: ci si può realizzare anche senza l’etichetta di “lavoratrice” addosso».
 
Il premio «Nuove generazioni» (tema: «Guardando al futuro!») è andato a «Il disegno» di Benedetta Barbetti, che narra di un adolescente che «si sente uno scarto, un rifiuto. Ama disegnare, ma quando nell’ora di arte raffigura una balena capace di abbattere i grattacieli, non si aspetta altro che un quattro sul registro. E non importa, perché ciò che interessa è solo rispettare le cinquanta regole della balena blu. Fino alla morte. Oppure fino a che si trova la forza, il coraggio di smettere, di uscire dal gioco, di chiedere aiuto per sopravvivere. La giovane autrice con angosciante garbo risveglia l’attenzione degli adulti verso uno dei più grandi pericoli della rete».
 
La sezione «Alcol no» è stata vinta da Alessia Conforto con «Petali e frantumi», di cui scrive la giuria: «La tela si tinge a pennellate variopinte e con tocchi eclettici accostando minuziosi dettagli a pennellate marcate pregne di effetto evocativo. Il quadro che ne esce è scioccante, inevitabilmente coinvolgente di dramma. Lo sguardo, a tratti naif a tratti crudo e realista, è quello di una figlia nei confronti della propria madre caduta nei tentacoli dell’alcol dipendenza. Forte, intenso, viene da chiedersi se ci possa esser spazio per l’azione di figure di aiuto».
 
Secondo premio ad Annalisa Armani per «Amore tossico», con la seguente motivazione: «Il protagonista è un demone, sa colpire, sa ingannare, sa illudere sa attendere. Il racconto si riproduce in una prospettiva particolare, la cronaca è purtroppo quella di una vita inquinata dall’alcol dipendenza. Il demone sa il fatto suo, trapela la voglia di salvarsi, di liberarsi da parte della vittima. La vicenda, per come narrata fa ben sperare, di certo la liberazione non appare cosa facile».
 
La sezione «Ludopatia» (premio unico) è andata a Nadia Martinelli con «La signora A…»: «Il gioco non è più un gioco! -ne scrive la giuria- La storia di un incontro nel bel mezzo di uno dei fondi sui quali impattano molte persone, la cura di se lascia spazio allo squallore e all’inganno, inganno degli altri, inganno della propria anima, ceduta ad un sempre più presente e diffuso, diavolo contemporaneo».
 
La giuria ha deciso una segnalazione, al racconto «Il volo» di Roberta Cadorin, un «Racconto di difficile digestione, ma di effetto e coinvolgimento assicurato! Dialoghi ben costruiti, si entra velocemente nei profili dei protagonisti. Il tema è potente e particolarmente realistico, la storia è prepotente ma realistica, il gioco si fa duro e malato. Mai titolo fu cosi paradossalmente azzeccato».
 
La sezione «Medicina di genere» (premio unico) è stata vinta da Roberta Cadorin con «La felicità di Eva»: «Racconto che potremmo collocare nel genere fantasy per quanto surreale -scrive la giuria- e invece una realtà la racconta, quella della innegabile differenza fra corpi maschili e corpi femminili. L’ambientazione è quella terrena ma di collocazione pseudo biblica. I protagonisti sono i genitori di tutta l’umanità e le scoperte sono continue e la sorpresa è tanta. In maniera disinvolta veicola efficacemente la riflessione sul tema in gara».
 
La giuria ha deciso una ulteriore segnalazione, al racconto «Beatrice» di Maria Grazia Pizzi, con la seguente motivazione: «Racconto che evoca grande curiosità e costringe alla riflessione. Ambientato in una società che si intuisce essere di un qualche paese del terzo o quarto mondo. I fatti riportati sono pesanti, pesantissimi se fossero ambientati in Italia, eppure vengono narrati in forma disinvolta. Di diritti della donna e di pari opportunità non se ne vede l’ombra. La donna protagonista vive nel flusso della sua cultura, ne subisce gli effetti devastanti che le tolgono ogni voce in capitolo, ricerca e mantiene equilibrio e dignità, ancora una volta, grande è la curiosità evocata».
 
La cerimonia è stata condotta da Alessandro Demartin, direttore della biblioteca «Emmert», insieme ai due presidenti di giuria, Arianna Miorelli e Stefano Parisi. Presenti anche l'assessore alla cultura Guido Trebo e Stefano Dallapè, responsabile amministrativo dell’ospedale San Pancrazio.
 
Con gli intermezzi musicali della pianista Monique Ciola, che ha offerto al pubblico una panoramica di alcune compositrici classiche dal Settecento a oggi.
In ordine di esecuzione i brani suonati da Monique Ciola:
- Maria Teresa Agnesi: Sonata per cembalo in Sol maggiore, I movimento
- Mariana von Martines: Sonata in la maggiore, I movimento
- Mel Bonis: Il pleut
- Gilda Ruta: Secondo Scherzo
- Daniela Mastrandrea: Luci e Ombre
- Cécile Chaminade: Autumn. Etude de Concert

 

 

[ indietro ]