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«La mia scelta di vita raccontata in un libro»
Ci sono campioni dello sport, dello spirito, dell’anima. Antonella Bellutti è polivalente per carriera agonistica, vocazione, filosofia.
Due medaglie d'oro olimpiche, nel 1996 ad Atlanta (inseguimento individuale) e nel 2000 a Sidney (individuale a punti), basterebbero a presentare Antonella Bellutti, nata a Bolzano il 7 novembre 1968 e tra le grandi campionesse di sempre dello sport italiano. Ma la carriera di Antonella, che dall'atletica leggera praticata tra il 1980 e il 1992 è passata al ciclismo su pista, è ricca di altri successi come l'argento e il bronzo mondiali conquistati rispettivamente a Bogotà (1995) e a Manchester (1996) e l'oro europeo di Berlino (1997). Da non dimenticare le vittorie in Coppa del Mondo, i due record mondiali (1995 e 1996), il record olimpico (1996) e gli addirittura sedici titoli italiani. Oggi, però, dopo tanti anni di agonismo ai massimi livelli, Antonella è libera di dedicarsi alla sua grande passione: lo scialpinismo. Che per lei, che lo pratica con Viviana Maffei, è «il massimo della completezza: fatica, tecnica, preparazione, passaggi, discese entusiasmanti. Un totale coinvolgimento di corpo e mente».
«La svolta è arrivata otto anni fa quando è mancato mio padre – racconta Antonella venuta a trovarci in redazione – e bisognava decidere cosa fare della vecchia locanda dei miei nonni. Era un luogo a me caro per i ricordi del passato e anche perché lo ritenevo un’oasi di pace”.
Estratto dall’intervista all’autrice del giornalista Valentino Beccari del quotidiano Alto Adige.
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